Cari amici,
sabato pomeriggio iniziata la salita verso il Passo del Penice ho assaggiato l’asfalto: anzi il cemento!
Come ho anticipato nella chat del Grisoalcolico, non ho rotto nessun osso, fortunatamente.
Quindi quello che segue è solo un pippone. Se preferite, fermatevi qua.
Dicevo, non ho rotto nessun osso però mi sono ammaccato ben bene sia la caviglia che la tibia e sbattuto anche la spalla.
La dinamica è assolutamente da Minchia o Minchiazza: d’altronde perchè smentirsi.
Dopo una giornata faticosa di pulizie per cambio di stagione in casa, ho deciso che visto il tempo molto bello, era il caso di farsi un giretto con la 1200 Sport. Ho percorso soltanto circa 1.000 km da quando l’ho presa e ho bisogno ancora di familiarizzare (e stikazzi). Insomma arrivato in relax fino a Bobbio faccio le prime considerazioni: però sarà la posizione di guida, la maggiore protezione aerodinamica rispetto al Griso, il motore 1200 con tanta coppia... è veramente difficile scendere sotto i 90/100 km all’ora: anche nelle curve ....
Prima di ripartire verso casa mi dico: “ancora però non sono riuscito a provare la moto nelle curve di montagna: facciamo il passo del Penice”. Parto e inizio a registrare le sensazioni, bella coppia in salita, le masse in curva però si sentono di più del Griso, i freni sono diversi quello davanti è molto progressivo soprattutto all’inizio. Per farlo mordere devi premere forte. Però se premi forte con il freno di dietro la ruota si blocca: non riesco a prenderci la mano... Insomma neache dopo 5/6 km di salita mi ritrovo troppo veloce su una curva, mi spavento freno forse troppo bruscamente la moto perde aderenza (prima al posteriore come volevasi dimostrare), noto importanti trasferimenti di carico anche perchà la strada non è in piano e poi..... e poi mi catafotto a destra andando a cadere sul cordolo di cemento che divide la strada dal terreno.
Per farvela breve da grandissimo minchia mi ero dimenticato di indossare gli stivali e le scarpe da ginnastica hanno riparato una beata minchia. Il piede destro mi è rimasto schiacciato tra la moto e il cordolo di cemento e ho anche picchiato la spalla destra sul terreno.
Alcune considerazioni:
1) mi è andata molto bene. A pochi metri nello stesso punto c’è una lapide di un ragazzo. Certo ho rallentato parecchio prima di catafottermi a terra, però 200 kg di moto sono sempre un bell’elefantino che ti cade sopra.
2) Mi è andata ancora meglio nel ritrovarmi il piedino ancora attaccato alla gamba. Ho passato 12 ore al pronto soccorso tra sabato sera/notte e domenica mattina/pomeriggio e fortunamtamente non c’è niente di rotto (ero un codice verde e quindi aspettavo con pazienza). Chiaramente è un casino muoversi, lavarsi, etc.
3) Se avessi messo gli stivali da moto ,molto probabilmente mi sarei solo incazzato per i danni alla moto che come mi insegnate anche se girano i cabbasisi, si riparano.
4) Uscire in moto da soli è sempre un rischio in più.
Continuo la storia...
Mentre mi catafottevo (mi capitombolavo per i nordici) vedevo con la coda dell’occhio davanti a me sull’altra corsia un motociclista che ammirava il panorama. Si è precipitato a soccormermi e la prima cosa che mi ha detto è stata : “dobbiamo tirare su la moto!” . Minchia io sempre durante il capitombolo mentre guardavo il motociclista pensavo anche: “porca troia la moto nuova sul cordolo di cemento....”. Appena però mi sono spalmato con il terreno e ho preso la botta, mi sono così spaventato e anche fatto male che della moto non me ne fotteva più un cazzo (nulla per i lettori più fini). Cioè stavo cercando di capire se avevo ancora due gambe, due piedi, due palle, insomma tutto l’assemblaggio originale. Ho trascorso due tre minuti a terra disteso e sempre il simpatico del motociclista mi si riavvicina con una leva di freno in mano: “hai rotto la leva”... e io tra me e me : “porca troia!! Il carro attrezzi, la moglie...” . Dopo un pò mi decido che anche se dolorante, infatti oltre alla botta il cemento mi ha escoriato tutto il collo del piede e c’e un pò di sangue, mi alzo e accontento il motociclista: alziamo sta minchia di moto!! Monto subito su per evitare di tirarla nuovamente a terra e miracolo... ci sono tutte e due le leve. Gli dico: “mi fai rivedere la leva?” Era quella di qualche altro pirla che si era piantato nel mio stesso posto.
Insomma metto la moto sul cavalletto centrale, mentre mi viene un abbassamento di pressione, qua cado di nuovo.... decido di provare a riavviarla: la moto parte!! Mi tocco ancora una volta i coglioni (i cabbasisi per gli amici del sud), sono là al loro posto, impauriti anche loro. Ringrazio, Saluto e piano piano mi metto in viaggio verso casa. Dopo pochi chilometri al primo supermenrcato, mi compero disinfettante e cotone mi rammendo come Rambo quando si catafotte dalla rupe e poi si ricuce tra i topi e riparto alla meno peggio.
Dopo tutto questo pippone mi sento di poter dire che è sempre molto importante valutare molto bene i rischi e per quanto possibile proteggersi adeguatamente. La passione per la moto rimane intatta e presto spero di risalire in sella. Certo forse ognuno ha dei limiti e se invece di una 1200 Sport avessi avuto sotto il culo un 500 Benelli forse non mi catafottevo. O forse no........
Un abbraccio, a presto.
P.S. Mi hanno dato sette giorni di prognosi. Io me ne fotto, aspetto ancora mercoledì per capire se il piedino di porco si sgonfia e posso esserci anch’io al giro dal Bianco al Blu. Lo avevo perso anni fa e ci tenevo tanto: la sfiga ci vede benissimo!!