A grande richiesta parte la mia nuova rubrica che, come si può intuire dal nome, tratta di “approfondimenti” teNNici e meno teNNici sul variegato mondo della nostra beneamata e benemerita Griso.
Sì, perché LA Griso per me è femmina, in quanto io cavalco solo femmine.
Ovviamente potete pensarla in modo diverso dal mio.
Ovviamente questo forum è pieno di rikkioni.
Comunque.
E’ da qualche tempo – settimane… mesi…- che LaCazzuta cominciava a “perdere colpi”: il motore non motorava, le sospensioni non sospensionavano, ecc…
Avevo già provato a portare il sistema di scarico ad una configurazione “ibrida”: collettori MASS e terminale “lungo” Agostini (con raccordino fatto a mano…), in modo da recuperare quel bell’allungo tipico dell’8V che il doppio terminale MASS aveva parecchio stemperato. Tra l’altro durante i lavori abbiamo scoperto che il raccordo a “Y” si era praticamente aperto in due… minchia…
Purtroppo la prova non ha dato grandi frutti: qualcosina si è recuperato, ma non abbastanza.
In compenso ai medi, a piena apertura il motore tendeva ad “affogare”, faceva casino, vibrava ma la moto riprendeva a fatica.
Anche la ciclistica mi sembrava migliorabile: la guida era diventata “dura”, impegnativa; discreta in pista, ma su strada l’anteriore era pesante e tendeva a chiudere.
In preda ad una certa depressione motociclistica ho giocato il jolly, quello che avrei dovuto tirare fuori dal mazzo fin dall’inizio: la cura “Guareschi” !
Avevo conosciuto il Guaro e il Vitto al Paddock in un paio di occasioni, anche se loro erano in realtà in pellegrinaggio al Lupo, portandogli oro, incenso e birra.
Fin da subito li ho considerati come due ragazzi speciali: nonostante siano famosi nel nostro “mondo”, soprattutto il Vitto, nonostante siano dei manici assoluti, nonostante siano dei meccanici spaziali, hanno un’umiltà e un’umanità per me fuori dal comune. Credo che questo sia uno dei marchi di fabbrica dell’officina Guareschi, anzi… della famiglia Guareschi ! Eh sì, perché, dopo la morte del mitico Claudio, papà dei nostri due, ci lavora ancora la mamma Loredana, e poi Sara, la moglie del Guaro, dà una mano anche lo zio, ecc…
E sono tutti persone speciali, provare per credere.
Comunque, un mesetto fa decido di chiamarli.
Mi risponde Loredana: “Officina Guareschi buongiorno…”
CET: “Buongiorno, sono Carlo…”
Loredana: “Buongiorno caro, ma ci siamo già conosciuti ?”
CET: “In verità no, ma ho conosciuto il Vitto e Gianfranco…”
Loredana: “……”
CET: “…sono un amico di Dario… quello di Cernusco”
Loredana, infiammandosi: “Ma Dario… IL LUPOOO ?!!!... Vittoooo, vieni qui che c’è un amico del Lupo !!!”
CET: “!!!!!!!!!”
Vitto: “Sì, ciao, dimmi…”
VITTORIANO GUARESCHI ha ascoltato pazientemente per un quarto d’ora le pippate mentali di un CET qualsiasi, intervenendo non a monosillabi come farebbe un meccanico “qualsiasi”, ma con consigli, da vero appassionato, come se ci conoscessimo da anni… mah… a me questi Guareschi piacevano sempre di più.
Rimanemmo d’accordo che ci saremmo rivisti in officina per un “sopraluogo” alla malata e per decidere il da farsi.
Pochi giorni dopo passo e trovo il Guaro (appoggiato ad una delle moto finite con il loro “KIT Varano”… minchia che FIGATA…) che mi intrattiene per più di mezz’ora.
Poi ascolta, anzi, “ausculta” la mia Griso e subito intuisce che il motore è “sbilanciato”… bene…
Ma la distribuzione è a posto, si sente già a orecchio…
Cosa che, ovviamente, sarà poi confermata in officina !
Alla fine decido per un bel tagliandone, una messa a punto come si deve e, ciliegina sulla torta, una mappatura ad hoc fatta sul banco frenato, una cosa che da tempo pensavo di fare ma che ho sempre rimandato. Ecco, ho sbagliato: dovevo farlo PRIMA.
Tra l’altro non la fanno loro, ma portano le moto da un tipo di Reggia Emilia che è anche quello che segue Marco Melandri in pista…
Decidiamo insieme di rimettere i collettori in titanio che la mia fine sensibilità da collaudatore esperto mi diceva essere il miglior compromesso (e per una volta l’ho pure presa !)
Non posso lasciare subito la moto perché non mi ero organizzato: la lascerò pochi giorni dopo.
Quella volta sfruttai l’occasione di una mezza giornata di ferie in moto, più unica che rara, per farmi la CISA insieme ad un mio amico con una Thruxton nuova fiammante.
E ancora una volta tutti i limiti di una moto non a punto – anzi, per niente a punto - sono venuti fuori: ingressi in curva “difficili”, motore spompo e rumoroso, e avevo pure i dischi che cominciavano a trasmettere vibrazioni anomale… insomma, il mio amico in uscita di curva mi salutava…
La settimana successiva lascio la moto nelle sante mani di Gianfranco: in una settimana o poco più l’avrei riavuta tagliandata, rimappata, e messappuntata come si deve !
Parto per il mare… torno dal mare… ma una mattina il Guaro mi chiama: “Houston, we have a problem!... la guarnizione perde olio… la flangia… “.
Cazzarola, la celeberrima flangia.
Bisogna tirare giù il motore, con tutto ciò che comporta, soprattutto in termini di lavoro e spesa ovviamente.
Dò il via libera: nella sfiga può controllare per bene il cambio, la frizione… e visto che siamo a quasi 50k chilometri mi cambierà anche la cinghia di distribuzione.
Da quel punto in poi, le “scoperte” si sprecano: a parte la guarnizione rimontata tale e quale (andava cambiata da chi aveva già aperto la frizione…) e con viti di lunghezza errata, al Guaro si apre un mondo di cavi e tubi rimontati “ad cazzum”…
In compenso la mia frizione (una sinterizzata fatta montare dall’ex-proprietario) era “sul ferro”, il carter pieno di olio e residui della frizione stessa, insomma, LaCazzuta, poverina, aveva mal di pancia per più di un motivo.
Anche l’assetto “culo (troppo) alto” che usavo da tempo non era corretto: caricava troppo l’avantreno e rendeva la moto pesante in curva e con quella tendenza a chiudere tipica delle gomme finite, anche se le mie erano ancora in buono stato. Su pista non era un grosso problema (forse), su strada toglieva fluidità e fiducia alla guida. Il Guaro ha riportato le quote all’ “assetto Dario”, ormai diventato il “riferimento”. Nel senso che, se ce la fa lui…
E vogliamo parlare dello sterzo “lasco” ?
Del blow by tutto smerdato ?
In poche parole, la situazione era abbastanza compromessa, ma il chirurgo si è “messo accanto” (come dice lui) alla paziente e pazientemente ha rimesso le cose a posto… tutte le cose… e ciò ha richiesto tempo…
Ma va bene così, io ero il primo a volere una moto che motasse come si deve e di certo non mettevo fretta.
I giorni passano e dopo tre settimane la telefonata: “Carlo, la moto è pronta ! E’ stata dura, ma ce l’abbiamo fatta !! Vedrai che quando la proverai mi dirai… ma è la mia moto o me ne hai data un’altra ?”…
Per il ritiro mi organizzo in treno: mi viene a prendere alla stazione lo zio, il fratello di Claudio, affabile e simpaticissimo e, come ho già detto, anche lui impegnato a dare una mano all’azienda di famiglia.
Quando arriviamo in officina, Gianfranco è già in giro per recuperare una moto: la giornata, per loro, è già iniziata in salita e scoprirò dopo non finirà in discesa.
Nell’attesa, oltre a rifarmi gli occhi con le “solite” MSG-01, il Lemans dell’Endurance e altre varie “amenità” presenti, vengo intrattenuto da mamma Loredana, una forza della natura ! Troppo forte !
Più conosco la famiglia e più cresce in me il rimpianto di essermi perso Claudio, anche se la sua presenza quasi la si percepisce in ogni persona e in ogni oggetto presente in officina…
Insieme a me è arrivato anche un tipo con un V7 Racer, un signore sulla sessantina. Mi dice che deve fare le guarnizioni delle teste e che sta aspettando che il motore si raffreddi. E’ di Massa e si è fatto 200km di Cisa solo per portare la moto da loro… aveva conosciuto il papà e poi tutta la famiglia e da allora per lui esistono, guzzisticamente parlando, solo i Guareschi… comincio a capirlo…
Gianfranco è sempre incasinatissimo e il Vitto non si vede proprio: è in officina con il lavoro fin sopra i basettoni !
Dopo un po’ il Guaro si libera e mi consegna la moto: è soddisfatto del lavoro, la mappatura ha giovato e il motore ha pure guadagnato 5 o 6 cavalli, l’assetto ora è corretto (“prima era un cavallino, adesso è una Griso !”) e di olio non se ne vede più in giro (“le Guzzi devono rimanere secche, mica sporche d’olio !”).
Non ha troppo tempo da dedicarmi: deve portare una V7 special, la vecchia, la mucca, in motorizzazione, che chiude a breve. Ma mi fa comunque vedere la mia frizione, ridotta ad un dischetto metallico e tutte le parti che ha cambiato, le foto del carter conciatissimo, ecc…
Il momento è finalmente arrivato: un saluto al Vitto imputtanatissimo in officina e via !
Già da fredda mi ammalia con le sue fusa: ammazza quanto è morbidosa !!
Purtroppo devo entrare subito in autostrada: mi tocca per arrivare in un orario decente in ufficio.
L’aria è quasi irrespirabile e il caldo torrido e umido della Bassa non dà tregua nemmeno a 130 all’ora (o più…).
Ogni tanto azzardo un’apertura di gas un po’ decisa: ammazza se sale bene !
Arrivo in ufficio sudato e soddisfatto e anche un po’ intronato, visto che non ho fatto in tempo a montare il db-killer… ma non vedo l’ora di uscire e tornare a casa… facendo qualche curva in più.
Il tragitto di ritorno è un pochino più interessante, complice anche il traffico meno intenso del solito. Posso apprezzare la ciclistica decisamente più neutra e un carico sull’avantreno più moderato che dà più fiducia in strada: molto bene !
Il motore è una libidine, non tanto per la potenza massima – ma in alto strappa decisamente più le braccia di prima… - quanto per la morbidezza ai bassi/medi e la progressione sorniona e risoluta che accompagna ogni apertura del gas… bello bello bello ! Non ricordo un motore così in forma sulla mia Griso !
Più la guido e più mi dà gusto: è quello che cercavo, una moto che mi ridesse quella voglia ossessiva di risalire in sella alla mia amata, cosa che ultimamente era un po’ calata.
Guido rilassato ma spedito, supero camion e auto in scioltezza. Ci sentiamo bene, io e la mia motina. Pennelliamo le curve senza fatica, la strada scorre via liscia liscia, anche il caldo si fa meno insopportabile.
Arrivo a casa molto soddisfatto. Mi rimangono gli ultimi tocchi: monto il db-killer e tolgo… rulli di tamburi… ErCupolone !!!!!!!
Prima di cenare la voglio ancora provare così. Con il db-killer è ancora più godibile, meno chiassosa, rumorosa al punto giusto e sembra prendere ancor meglio ai bassi.
Mi fermo nei pressi della chiesa di San Bassiano, vicino a Lodi Vecchio per un paio di scatti al volo con il cellulare. Poi riparto verso casa e la metto a nanna, con quella bella sensazione di aver tra le mani un oggetto unico e finalmente davvero a punto !
Stamattina prima del lavoro, sono uscito con la bici da corsa, ma non facevo che pensare di rimettere il culo sulla moto, per recarmi in ufficio. E in effetti, la danza si è ripetuta.
E il bello di tutto ciò è che consuma pure meno !
Insomma, qual è la morale di tutto ciò ?
1) Il Lupo in certi casi ha davvero ragione: dategli retta, lui che è saggio e anziano vi saprà consigliare sempre al meglio !
2) I Guareschi sono insuperabili: se potete fateci un giro e possibilmente fateli lavorare sulla vostra moto, basta che sia una Guzzi
3) Come scrivo i pipponi, manco Domenico !
"...ostinati sognatori che guidate fulgidi esempi di vibrante obsolescenza..." Il BLOG del CET
che cos'è il genio? è fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione Do anything take us out of this gloom / ride a motorbike, play guitar / Make it snappy
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