Introduzione
Tutto è iniziato due anni fa.
Finita l’Università di Economia ho trovato (fortunatamente) lavoro dopo appena due mesi e mi son posto un problema che prima di allora ero riuscito a gestire.
Capitolo 1 La Logistica.
Come faccio a muovermi in città velocemente (Genova, nn so se avete presente??) e a far fronte a tutti gli impegni che avevo prima di iniziare a lavorare??? Come faccio ad attraversare la città in meno di mezz’ora per arrivare in tempo al campo per allenare i ragazzi?? Con i mezzi pubblici no di certo …. In macchina neanche e dove la parcheggi a Genova?? Si perché, dopo aver giocato a rugby per 16 anni ho smesso ma ho continuato l’attività di allenatore e oggi seguo l’Under 16 del Genova Rugby.
In realtà, la risposta a tale domanda (come avrete già capito) era molto semplice … dovevo prendermi un motorino.
Non so di preciso perché non l’avessi mai preso, mio padre me l’avrebbe anche comprato … ma non mi è mai piaciuto dipendere dagl’altri e l’idea della benzina, dell’assicurazione della manutenzione pagata da loro mi dava fastidio. E poi c’era la consapevolezza che ci avrei preso gusto, a me piace guidare qualsiasi cosa e per di più imparo in fretta, ma quei due amici morti in un incidente e la preoccupazione negli occhi di mia madre mi avevano sempre fermato o quanto meno mi hanno sempre fatto pensare che ogni cosa deve essere fatta al momento giusto quando lo senti. Deve essere un sentimento.
Capitolo 2. E il momento era arrivato.
Varie ricerche e … scarto subito tutto ciò che non ha una marcia … guidare senza marce e come fare l’amore con l’uccello di un altro … perdi il piacere di guidare, il bello di andare da un posto all’altro. E poi è troppo comodo troppo facile … cerco un vespa ma troppo pericolosa e … costano troppo!!!... eccola … Sym xs125.
Ottimo asino da battaglia … soprannominata “la moto da prostituta Tailandese” dai genitori dei miei ragazzi, “Svirgola” da me perché dopo le prime cadute non era più tanto dritta … mitica ma … dopo due mesi volevo di più … solo dopo due mesi …
Presi la patente A3 guidando un xt 660 prestato da un mio collega (gran moto!!) e inizio a guardarmi in giro. Bella la 695 una linea immortale e prima o poi ne avrò una, anche solo da tenere in box (o in salotto) la 696 subito nn piace poi ti conquista e… z750, Fz6, Fz8, Gsr 750, Shiver, Hornet….
Fino a quando un giorno.
Capitolo 3. Lo specchio dell’anima
Secondo me la moto è un po’ lo specchio dell’anima ma ha un ruolo fisico: nel senso che spesso il nostro aspetto esteriore e le nostre abitudini celano ciò che siamo o meglio ciò che vorremmo essere. La moto in questo ha un ruolo fisico/complementare, completa la nostra immagine come da soli non potremmo fare. Quindi la sua scelta non può essere ragionata ma deve essere sentita e chi troppo ragione vivrà sempre insoddisfatto perché incompleto.
Andavo al lavoro, ero anche un po’ intontito dall’essermi alzato presto, ero fermo al semaforo quando sento un rumore, attira la mia attenzione, non l’ho mai sentito, ma solo il rumore … un po’ come quando una ragazza che ti arriva dalle spalle e ti seduce solo con il suo profumo, non l’hai ancora vista ma sai che quello che vedrai potrebbe cambiarti, una sensazione potente. Ho quasi paura a girarmi per timore di rimanere deluso ma non faccio in tempo. Mi passa a fianco bianca, bellissima, fiera, seducente, elegante ma tremendamente cattiva allo stesso tempo. Innamorato, incapace di intendere e volere scatta il verde e la vedo partire andarsene senza averne conosciuto il nome. Nel lavoro non ho tempo di cercare soprattutto perché dovrei guardare foto su foto. Ma era destino, la sera ne rivedo una seconda (e durante quell’anno vidi solo loro due), questa volta nera, la riconosco subito la seguo e finalmente leggo il nome. Griso.
Conclusione
La mia prima moto l’ho comprato un anno fa in ottobre ed è un Griso 1100 nero e da un anno tutte le mattine sorrido sotto il casco. Prima di provarla son salito su altre moto per capire/imparare ma quando son salito per la prima volta sul Griso ho capito che avrei iniziato una lunga relazione. Da allora ho scoperto la vanità (a me sconosciuta) e mi sento un po’ come quelle donne bellissime che, arrivandoti dalle spalle, sanno benissimo che le guarderai e sanno benissimo come far innamorare tutti .
Jacopo