Ed è arrivato anche per me il momento dei doverosi ringraziamenti! E quale occasione migliore per non scrivere un meritato, se non aspettato, pippone?
Perché la situazione non è semplice, ieri ragionavo ancora a monosillabi, oggi va un po’ meglio.
Sono vecchio: non posso più permettermi di guidare in un certo modo senza doverne pagare le conseguenze!
Ma bando alle ciance:
GRAZIE!
Grazie a tutti. Grazie agli organizzatori che voglio volutamente elencare per vedere se sono così stronzo da dimenticarne qualcuno:
Nino, inarrivabiele e imperscrutabile, Flavio, arguto et acuto, Emilio, solido e solidale, Energumeno, grande e grandissimo, Sandro, elettrico ed elettrizzante, Max, eclettico quasi ecclatante, Luca, un po’ di qua un po’ di là, Miki, che organizza non si sa cosa.
E tutti gli altri.
Giri bellissimi, soprattutto quello del Sabato. Ma iniziamo con ordine, perché se no mi perdo e il pippone riesce solo a metà, come quando ti accorgi di non aver messo la mayonese a panino finito. Porca vacca.
Partiamo il
Venerdì mattina, io, l’inossidabile Nick e il Daniele d'acciaio*, che ogni tanto chiamo Sandro e non abbiamo ancora capito perché.
Ora, per chi non era nella chat del Grisoraduno (che la prossima volta chiamerei Grisorinculo, non c’entra un pazzo, ma volevo scriverlo per ricordarmelo, sapevatelo) la partecipazione del mio Griso era un attimino compromessa causa rottura del polo negativo della batteria: era crepato, di parecchio direi, ma alla fine, stando moooolto attento, sono riuscito ad avvitare il morsetto.
Ci ritroviamo puntualissimi e benzinati al bar Principe e partiamo alla volta di *Sandro Trippy, che ci aspettava con impaziente ardore (non è vero, si stava allegramente facendo i cazzi suoi) all’autogrill, in compagnia di laitanti turiste svedesi in cerca di asilo politico, e non solo.
Caffè d’ordinanza e si parte, alla volta di Pontremoli, perché farsi tutta autostrada già dalla partenza non sta bene, è da maleducati. Usciamo e prendiamo la statale, stando attenti a velox e controvelox a cui abbiamo già dato abbastanza, pure troppo. Cisa in scioltezza, Nik davanti e dietro tutti quanti, asfalto più che decente, temperature già altine, lungi dall’essere altoatesine, ma va bene così e arriviamo al passo.
Ora, va bene tutto, ma la mia misantropia (di cui riprenderò il discorso nella sezione “Stelvio”) si sta accentuando gravemente con gli anni, quindi se 3 sconosciuti con improbabili moto mi vengono a dire, ma le Guzzi…mi sale un po’ il serial killer. Uno se ne esce anche che ha un Griso in garage e ci fa 300 km l’anno: anch’io ci faccio 300 km l’anno, e per quest’anno ho già sforato, ma non lo vado a dire agli sconosciuti al bar. Cazzo.
Foto di rito con sfondo momumento Simoncelli, vediamo poca gente e riprendiamo. Giù fino a Fornovo, stavolta vado avanti io…quindi secondo me un paio di velox li abbiamo timbrati, ma non penso, sono fiducioso. Rientriamo in autostrada, accolti in uscita da una 4C fiammante, sulla quale sbaviamo come scolarette al ballo di fine anno.
E ora inizia un po’ il pezzo palloso dell’autostrada: prossima uscita Brescia Est, di cui riprenderemo gli insulti più avanti.
Guido io il gruppetto, 115/120 di crociera, paciarotti…va beh, io supero camion a destra e sinistra, in coda non mi ci metto e per questo sarò redarguito più o meno pesantemente dai miei compagni di viaggio. Detto fatto, prima tappa: autogrill di Cremona. Dovevamo recuperare liquidi ed energie e toglierci un attimo il rincoglionimento dell’autobahn (vado a controllare….95km). Ora, non sono razzista, non troppo, e comunque sono, come citato sopra un misantropo leopardiano, quindi vedo dei brutti ceffi e decidiamo di entrare in autogrill a turno.
Stiamo tipo una ventina di minuti, ci rivestiamo e l’inizio della mezza tragedia, dato che i miei compagni erano già in sella, vestiti, riveriti e con i motori accesi, è stato questo:
”Andate e bevetene tutti! Prossima uscita Brescia Est, mi metto i guanti e vi raggiungo lungo l’autostrada”
Giro la chiave e…
bzzzzt. Non il solito
CLACK!, ma un sottomesso
bzzzt e il cruscotto spento. Porca mignotta.
Prima cosa, con la verve che mi contraddistingue e dopo anni e anni d’esperienza nel gestire situazioni al limite: mi sono messo a piangere e ho mandato un messaggio ai miei compagni, che ormai non vedevo più all’orizzonte. Poi mi sono ricordato che il Daniele* aveva gli auricolari e l’ho chiamato:”Dany*, non parte, cerco di capire cos’è e rimaniamo che ci vediamo all’uscita di Brescia Est”. Sandro* in tutta risposta mi ha detto:”Com..dsf..sdwef? Sferep,. eooxx!”. Ammazza che che figata ‘sti auricolari, però, scherzi a parte, ho capito che aveva capito.
Un’allegra coppia di mototuristi teutonici, lui e lei, mi ha anche fatto capire, a gesti: l’accendiamo a spinta! Ma io ho ringrazioato e ho gentilmente declinato col ditino: uno perché il cruscotto non dava segni di vita, due perché alla soglia dei 40 gradi…anzi 8 ore di Telemaco al Colosseo.
Alzo la sella e il sospetto numero uno si è rilevato tale: il morsetto del negatiivo, da crepato si è rivelato definitivamente rotto per 2/3, allego foto a documentazione.
Alè, mi rimane un pezzo di attacco che posso usare come dente, ma come cacchio ci arrivo? Devo ruotare il morsetto e avvitarlo al contrario a quel che rimane: Madonne, cavo corto, 8000 fascette e altrettante Madonne. Ma qui il karma è venuto in mio soccorso. Mi sono avvicinato a un ragazzo che stava andando via col suo furgone:
“Hai una forbice?”
“Cosa devi tagliare?”
“Delle fascette”
“Ok, aspetta”
Apre la portiera laterale del furgone e mi si presenta davanti un’officina: era una specie di soccorso stradale privato.
Per questo prima ho scritto “il karma”: aiuta sempre tutti, che quando tocca a te, ti si presenta davanti il padreterno delle officine.
Quindi tagliamo non so quante fascette, ah caspita, lieve nota: io la batteria non ce l’ho dove l’avete voi comuni mortali, è in posizione BB1 style, più accessibile, ma con i cavi a lunghezza rosicata, vedi
qui.
Allunghiamo, tiriamo, prende una vite più lunga, molliamo anche il positivo e con uno
SBAM, la batteria torna allacciata e in posizione.
Faccio il gesto di dare 20 neuri al ragazzo, che da signore declina e saluta.
Gentilissimo, il karma girerà anche in suo favore, un giorno in cui avrà bisogno.
Invece il karma non girerà troppo bene per la coppia di automobilisti che ha chiesto di spostarci dal posteggio ombraggiato per parcheggiare la macchina:
”Signora, parcheggiate da un’altra parte, ho già un problema. Grazie, scusi, fanculo”.
Caldo, molto caldo, sono sudato come un porcoGriso. Avevamo degli spettatori, famigliola felice che all’ombra si stava gustando un pranzo al sacco:
”Lascio qui tutto, potete dare un’occhiata? Are you italians?”
“Sì, sì, siamo italiani”
“Ecco devo andare in bagno a lavarmi, torno subito. Gentilissimi”
"D'altronde un Guzzi senza problemi..."
"..."
Mi sono fatto un mezzo bagno, ero in condizioni pietose, riprendo fiato, più per i gradi e l’asfalto furente che lo sforzo.
Riparto alla volta dei miei compagni di viaggio, non dopo aver mandato un messaggio di gioia et giubilo: sono ripartito, ci vediamo a Brescia Est.
Distanza che copro in un flash, ma mentre mi avvicino a Brescia….ma i cartelli per Brescia Est dove sono?
Qui no.
Saranno adesso.
No.
Vedo il bivio per la Brennero e niente segnalazione per Brescia Est….e qui scatta il mio sesto senso di ragnoGriso, infatti esco a Brescia Est e non vedo nessuno.
Cerco un benzinaio, mi fermo all’ombra e controllo il cell:
ci siamo persi, stiamo arrivando a Brescia Est.
Ma io mi chiedo: MA UN CAZZO DI SEGNALAZIONE “BRESCIA EST”. No??? Boh, a meno che non vogliano lasciare questa uscita solo per gli automezzi, gli stronzi in macchina e moto manco devono conoscerla, ed efftivamente l’autoparco in cui mi sono fermato aveva solo
una pompa con la benzina verde, e tanti posti per altri tipi di pompe, ma questa è un’altra storia.
Ci ristoriamo alla Pergola, in compagnia di tantissimi omaccioni muscolosi, tatuati e gentili.
Ormai sono le 2 del pomeriggio e sfuma l’idea iniziale di fare il giro ufficiale al contrario, arrivando all’Aprica dal Tonale.
E qui ci viene in mente di chiamare tutti glia altri nostri compagni centauri:
“Dove siete?”
“Al caffè. Ci incrociamo sul lago d’Iseo, dopo Storo”
Arriviamo sul lago e non appena intravediamo Griso all'orizzonte, inizio a mandargli affanculo (veramente), a due mani.
Ci fermiamo e riprendamo insieme il percorso.
Sbagliamo strada 3 volte, blocco la mia amata rotonda di Vestone, una delle più trafficate d’Italia e via.
Serata difficile, io stremato e con una decisa carenza di sonno. Mai letto fu più comodo, mi sono svegliato esattamente nella stessa posizione in cui mi sono steso.
E alè! Pronti per il secondo giorno.
Sabato mattina. Carichi, frizzanti, sul pezzo.
Partiamo alla volta della Svizzera: mi raccomando le cartre d’identità, tu sei un coglione che non hai i db killer (manco so più dove li ho messi), rispettate i limiti e via.
Mai percorso fu più bello e scorrevole, l’importante è rispettare i limiti che a volte vanno fin oltre le possibilità della maggior parte degli avventori motociclisti: in certi punti mantenere gli 80 non è da tutti.
Mi sono divertito, bella giornata, temepratura perfetta, moto scorrevole. Sono stato un po’ con Energumeno, che ogni tanto andava e poi si fissava sullo specchietto e guardava, guardava, guardava…a un certo punto lo affianco:
”Maaaaa…cosa facciamo???”
“Eh aspettiamo gli altri”
“Ok, con questo passo non ci raggiungeranno mai. Semmai dobbiamo fermarci”
“Ah…”
“Eh…”
“Andiamo avanti”
“Bravo Energumeno”
Quindi ci siamo goduti curve e controcurve, mamma mia il Bernina. Aspettiamo tutti al bivio concordato e andiamo avanti, avanti, avanti…finchè non mi ritrovo da solo.
Va beh, poi li aspetto. Vado avanti, avanti, avanti…finché non mi chiedo dove cazzo sono.
Apro la cartina del mitico Zanza.
Ok.
Clicco su 'dammi la posizione attuale' e vedo che inizia a zoommare verso nord, tipo verso Berlino.
E zoomma, e zoomma: avevo sforato il bivio per arrivare al Resia da sotto.
Amen. Arrivo da sopra. Metto il mio bel nasino in Austria e giù per il lago di Resia. Vedo una marea di gente, una marea di moto, una marea di bici. E mi fermo al lago per la foto di rito.
Al che riparto, dicendo tra me e te: adesso li incrocio, o li infrocio, perché comunque il piano originale, uno di quelli ben riusciti, era arrivare da sud, da veri giargiana che non devono chiedere quasi mai.
Vai avanti, vai avanti, vai avanti, incrocio solo Mucco e moglie.
Ok, ora arrivano anche gli altri. Vai avanti, vai avanti, vai avanti.
Niente.
Minchia.
E cosa ho pensato? Sono arrivati al lago di Resia e hanno già voltato indietro per lo Stelvio, anche se, anche se….com’era possibile che sulla chat dimmerda del Grisoraduno io fossi stato il primo a postare la foto di rito dimmerda? Ah, forse perché il mio cellu non prendeva e non ho ricevuto le fotazze al campanazzo! Quindi, vado avanti, a testa bassa, gomme roventi e serbatoio più vuoto che pieno, ma non mi preoccupavo troppo, tanto un benzinaro lo trovo.
Alla fine anche il gruppone aveva puntato verso Berlino e li avevo semplicemente dietro.
Ma il benzinaio? Lo trovo, lo trovo, lo trovo….non l’ho trovato.
Va beh, su allo Stelvio c’arrivo, al massimo scendo follemente in folle, cazzomene?! E quindi vado.
Incontro un Lucernese ricchissimo perché aveva la targa numero 27 (me lo hanno spiegato il Bruno e la Zely), con una S1000R appena uscita dalla concessionaria, con una tuta che la vacca l’avevano scannata il mese prima, con delle saponette che non avrebbero visto l’asfalto neanche in foto. E andiamo su.
Ora, 46 tornati, ok. Io ne ho saltati allegramente 2, nel senso che ho visto il cartello della contata partire dal 44esimo tornante.
Forse ero preso dal brio della beata solitudine, forse me ne sono sbattutto, forse volevo rimodellare l’universo, che ne so? So che il mio count down è iniziato da 44.
E vai, e vai, e vai.
Ho superato 5000 biciclette, di cui qualcuno a spingere a piedi, 500 camper….ma che cazzo vai in camper sullo Stelvio??
E qualche moto: non andavo come un disperato, però se mi inchiodi ai tornati e dall’altra parte non arriva un Porsche a tuono, io passo.
Passo e vado lassù, sui monti con Annette, a comandare come un gatto messagegro degli Dei.
E vai, e curva, e vai, finalemente in cima: io, 10.000 moto e la mia misantropia (nominata prima) che mi ha fatto venire, nell'ordine:
2 attacchi di panico,
un attacco d’ansia
e un mezzo cagotto.
Sì, devo lavorarci. Mea culpa.
Rilassati e buttati sulle salsicce, non dimenticare la senape e oggi puoi permetterti anche i crauti.
Intanto aspetto, rimangio, vedo qualche figa. Salgo su un Yamaha Niken che sinceramente mi lascia perplesso, incuriosito, quasi allertato, ma che non mi ha convinto più di tanto.
Ad un certo punto, a un punto certo, vedo Energumeno e mano a mano arrivano tutti gli altri.
Caffè, gnocca, gatorade e pronti per la discesa.
Primo pezzo con Zely col suo Ducatino fiammante, due foto alla cascata, incrociati una decina di teste di minchia con supercar che andrebbero bene al Mugello e via verso il bar a valle.
Tappa.
Chi vuole torna mestamente in albergo, d’altronde oggi i chilometri sono stati assai e la salita allo Stelvio, che ho sintetizzato di parecchio, se non del tutto, ha portato via tante energie e tanta verve del continuum spazio temporale.
Io e Nick siamo abbastanza in forma: gruppo vacanze
Mortirolo!
Chi viene?
Eravamo 4 amici al bar, ma si è formato un bel gruppetto. Io in testa...bravi, bella scelta: al primo bivio si son persi in 18.
Nick:”Hai tirato un po’ e si è allungato il gruppo”. Non l’avrei mai detto, mai fatto, me ne scusa ufficialmente e prometto che lo rifarò.
Again and again.
Però alla fine ci siamo trovati tutti, chi più, chi meno, chi per, chi diviso, avevamo anche una strada larga quanto il Griso sul cavalletto.
La salita più temuta del Giro d’Italia, dove la maglia rosa se la suda come un razzo a capodanno.
Ma alla fine ce l’abbiamo fatta: prima, seconda, prima, ma siamo arrivati su. E ci siamo spiaggiati sull’erba come mucche al pascolo, pronti per essere munti e bisunti, in preda alla più pacata della rilassatezza cosmica.
Ritorno via strada panoramica e tutti in albergo, dove la serata è stata all’insegna del relax, dei giochi e dei panda. Contribuii pure io alla vittoria a mani basse, e agli euro esalati, dell’indiscusso protagonista della serata: il panda che ha solcato le strade del nord Italia in sella a Pandapanella!
Iniziamo a girare idee, si pensa già al futuro e se ne riparla in autunno. Ma a questo proposito saprete tra poco il da farsi e da dirsi.
La
Domenica. Domenica tendenzialmente è il giorno più triste: si è stanchi e bisogna tornare a casa.
Tutto finisce, ma alla fine la consapevolezza è che poi si ricomincia:
ragazzi, l’anno prossimo si parla di
DECIMO Grisoraduno!
Però ora pensiamo a tornare, verso il focolare di casa, la domus aurea e quel che rimane del giorno lo scriveremo su ricche pagine elettroniche.
Giro ufficiale: Svizzera, Mandello del Lario, di là.
Noi, che Venerdì eravamo troppo cotti, decidiamo di voltarla dall’altra parte, per poi andare diretti a casina.
Partiamo bel belli, un indigeno in Kawasaki mi sorpassa e io, di regola, faccio sempe quello che fanno gli autoctoni:
loro sanno, e se non sanno, lo sapranno. Per lo meno anonimamente lo spero.
Se sei arrivato a leggere fino a qui sei un cubo.
Ma ahimè, la poesia si ferma con una "bella" gara ciclistica del menga, vai a capire a che punto sono e dove vanno, dove andranno e cosa sperano, cosa inalano e dove vogliono puntare.
Quindi, al bivio per Wood’s Bridge, mi fermo, lascio passare gli aitanti ciclisti ed i miei compagni di viaggio: Daniele, Lucki e Nick. Tanto li prendo...sì, come no, come a Cremona.
Nick non mi vede e inizia a tirare, io parto e li ritrovo al passo: sono un cancello e ne sono consapevole, però con stile.
Ci fermiamo in un posto brutto, ma che ha strade belle.
Incredibile.
Caffè, speck, salame di cervo e via, verso Dimaro. Casa mia.
Nel peasello mi sorpassa l’indigeno, un po’ indisponente, su KTM arrogante d’ordinanza. No caro, qui comando io: dopo tre tornanti fa finta di aspettare gli amici, si mette da parte e mi fa passare. Foto di rito a Folgarida e giù per Campo Carlo Magno, Campiglio e Pinzolo, per arrivare giusto all’ora di pranzo a Idro.
Pranzo come si deve con vista lago e a casa. Ogni tot dovevamo fermarci per riequilibrare i liquidi, sia nostri che dei Grisi, ma soddisfatti delle belle giornate e degli altrettanto bellissimi chilometri passati insieme.
Soddisfatti.
Grazie ancora a tutti, mi ha fatto un immenso piacere partecipare e credo che questo trapeli dalle poche righe che ho scritto.
Frose mi son dilungato in qualche punto, ma basta diluire e controllare siempre il livello dell’olio.
E anche dell’aceto.
A presto Grizlisti, rimate sempre così.