Non esiste problema per gli Ampère dichiarati di "targa" (corrente
potenza).
Al limite il problema potrebbe esservi se ci fosse tensione di alimentazione (costantemente) superiore (che genererebbe una corrente superiore alle tolleranze specifiche elettriche della batteria in questione).
Esempio:
la maggior parte delle batterie dei cellulari hanno una tensione di alimentazione di 5 Volt (quelli più datati hanno tipo 3,2 V), tale convenzione è stata "decisa" poichè le prese USB sono alimentate per l'appunto a 5 V.
In base al carico, puoi avere un'erogazione dell'intensità di corrente diversa, ma tale valore incide unicamente sul tempo di carica (meno Ampère
maggior tempo di carica e viceversa).
Le batterie auto e moto hanno una tensione di 12 Volt (circa), mediante l'alimentatore dei più svariati dispositivi (navigatori, cellulari, ecc.), tale tensione viene "trasformata" nel valore dedicato (ad esempio 5 V per le prese USB) o tenuta uguale (accendisigari).
Utilizzare sempre questi sistemi per ricaricare i vari dispositivi di cui sopra, genera tuttavia un'usura leggermente più rapida delle batterie dei medesimi (quella tensione non è costante, dipende dall'architettura dell'alternatore e dalle fasi di guida, in accelerazione e in accensione naturalmente la tensione "sale").
Per un utilizzo "ottimo" è consigliata l'installazione di un inverter, che crea una tensione alternata ad esempio di 220 V, e che si connette con l'alimentatore "domestico" (specifico del dispositivo e quindi estremamente "stabile") che "trasforma e raddrizza" (la tensione eh..
).
In definitiva per utilizzi saltuari non ci sono problemi nell'utilizzo di quel convertitore-trasformatore USB! Alla lunga potresti soltanto ridurre il tempo di vita della batteria.