Sono quasi del tutto allineato con quello che scrivo il Tosco.
Vorrei solo però far presente che: "A mio avviso in Italia deve rimanere il controllo, il design, l'ingegneria e la produzione qualificata il resto lo perderemo come molti posti di lavoro...il modello deve essere quello della Germania."
in germania si produce anche e che no si possono avere 20 milioni di lavoratori tutti " ingengeri, tecnici specializzati, designer" etc etc: ci voglion le fabbriche altrimenti poi facciamo la fine dell'inghilterra che, essendo solo servizi, sta passasndo un momentaccio.
Anche se ora va di moda parlar male dell'italia, c'è da dire che "stranamente" l'italia, quella che sta in fondo, quella che è sempre messa nell'ultimo banco, quella denigrata da tutti, sta ancora in piedi e non se la passa poi così male... e mi ricirdo che, da quando seguo un pò di economia, diciamo dal 1991/2 i titoli dei giornali e degli specialisti economici sono sempre stati " non si arriva all'ultimo mese", sembra che da un momento all'altro si debba andare tutti a ramengo.
Fatta questa premessa: le moto sono sempre state un prodotto di Lusso e, poichè c'è una Griso non indifferente (Ndr: Crisi), è evidente che il mercato si stia " riposizionando". I tempi in cui un moto costava quanto 3/4 utilitarie non ve li ricordate più?
Direi che ci erabamo abituati bene e adesso, chi ha fatto investimenti importanti, credendo che il mercato avrebbe tirato altri 10/20 anni è in difficoltà.
Anche se la cosa mi rode non posso biasimare chi chiude in italia e sposta all'estero: le ditte non sono enti di beneficenza.
Chi rischia il proprio capitale, la propria impresa non può stare in Italia a sperare che quel tizio, accidenti a lui, faccia quello che promesso.
In Italia, Non si può fare impresa in maniera concorrenziale. Punto.
E delle due ruote ho un brutto prensentimento.